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Vitamina D. Come fare il Protocollo Coimbra per curare Sclerosi Multipla e malattie auto-immuni

 

Il Dr. Cicero Galli Coimbra è un neurologo brasiliano, professore e ricercatore che è diventato famoso in tutto il mondo per essere riuscito a curare moltissimi casi di sclerosi multipla e altre malattie auto-immuni con alte dosi di vitamina D3 in combinazione con una combinazione di altri integratori e raccomandazioni alimentari che costituiscono il Protocollo Coimbra.

Il Dr. Coimbra non ha la pretesa di aver trovato la cura per la sclerosi multipla, dato che ci sono anche casi di non guarigione, ma è sotto gli occhi di tutti come un’altissima percentuale dei suoi pazienti ha perlomeno fermato la progressione della malattia e in parecchi c’è stata la remissione completa. Secondo le statistiche del medico dopo 7 mesi di cura si vedono gli effetti positivi e nel 95% dei casi entra in remissione. Egli stesso afferma però: “Non posso parlare di una cura, perché se questi pazienti smettono di prendere la vitamina D, c’è una buona possibilità che la malattia ritorni ma, per il periodo durante il quale la prendono, possono condurre una vita normale”.

Già nel 1986 il dottor Goldberg notò che nei malati di sclerosi multipla c’era una forte carenza di vitamina D e sperimentò una somministrazione di vitamina D ai suoi pazienti di 5.000 UI al giorno, notando un numero di ricadute dimezzato rispetto a quanto previsto. Da allora sono state fatte diverse ricerche in diversi istituti e si è notato sempre più un legame tra corretto funzionamento del sistema immunitario e livello di vitamina D.

L’idea alla base del protocollo coimbra è che il sistema immunitario è regolato dalla forma attiva della vitamina D (che si chiama calcitriolo) che però nei soggetti autoimmuni è molto bassa perché non avviene la conversione tra vitamina D3 (colecalciferolo) e vitamina D (calcitriolo). Dunque, per avere livelli adeguati di calcitriolo, devi aumentare a livelli altissimi la vitamina D. In questo caso, anche se se ne trasforma una piccola percentuale, sarà sufficiente a far stare bene il sistema immunitario.

 

Il Dr. Coimbra ha affermato che “La differenza tra la vitamina D e i farmaci convenzionali utilizzati nel trattamento di malattie autoimmuni è che la vitamina è un immunoregolatore, non un immunosoppressore. Mentre gli altri farmaci sopprimono il sistema immunitario nel suo complesso, lasciando il corpo suscettibile alle infezioni, la vitamina D è l’unica sostanza in grado di inibire selettivamente la reazione chiamata “Th17”, che è causata dalle malattie autoimmuni.”

Protocollo Coimbra

Si prega di non tentare di riprodurre il protocollo del Dr. Coimbra, senza una piena comprensione di come si applica il suo trattamento e senza essersi rivolti ad un medico che conosca tale protocollo. Infatti sebbene possiamo dare delle indicazioni generali di come il protocollo sia fatto, esso viene personalizzato ad ogni paziente sulla base dei risultati delle analisi del sangue e su come risponde l’organismo al protocollo, di modo che viene continuamente aggiornato sulla base dei progressi. Possiamo quindi solo condividere alcune linee guida di base e principi che utilizza. Ad esempio il Dr. Coimbra afferma: “La vitamina D inibisce la produzione di PTH (paratormone). Quindi, se misuro PTH prima che il paziente inizia a prendere la vitamina D e poi lo misuro nuovamente dopo due mesi, posso utilizzare la variazione di PTH come parametro della risposta biologica alla vitamina D . Questo è proprio il fattore che serve a regolare le dosi di vitamina D. Dal momento che la vitamina D inibisce la produzione di PTH, alzo i livelli di vitamina D fino a che il PTH raggiunge il suo più basso livello normale“. Questo perché più il PTH è basso e maggiore è l’azione benefica svolta dalla vitamina D.

 

1. Vitamina D3. La quantità giusta va vista in base al PTH che viene monitorato…. Si parte da una dose dipendente dal peso (questo perché la vitamina D3 si “immagazzina” dei nostri grassi) e poi man mano che si fanno i controlli si cerca la dose giusta che porta il PTH al minimo.

2. Multivitaminico. Sostanze che aiutano la conversione, l’azione della vitamina D e aiutano a proteggere il corpo da ipercalciuria (accumulo di calcio). Solitamente è costituito da: colina, magnesio, riboflavina, acido folico, vitamina B12, vitamine del gruppo B, zinco, cromo, selenio.

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3. Omega 3.

4. Magnesio. E’ integrato anche a parte, oltre alla sua presenza nel multivitaminico.

5. Eliminare completamente gli alimenti ricchi di calcio, in particolare i latticini e le acque ad alto residuo fisso. E’ importante questa restrizione: vanno evitati tutti i cibi arricchiti con calcio (ad esempio il latte vegetale arricchito con calcio), oppure prodotti che hanno il latte tra i loro ingredienti. Va evitata anche la frutta secca perché contiene quantitativi di calcio importanti che contrastano con i nostri obiettivi. Infatti uno dei problemi principali del protocollo è l’aumento del calcio nell’organismo. Questo perché le alte dosi aumentano di molto, l’assunzione intestinale del calcio che ingeriamo. Il dottor Coimbra ha aggirato questo ostacolo riducendo fortemente l’assunzione del calcio con l’alimentazione.

6. Idratazione. E’ estremamente importante assumere fin dall’inizio 2,5 litri di acqua con basso contenuto di calcio (inferiore, cioè a 10/12 mg/litro) al giorno  per evitare una concentrazione eccessiva di calcio nelle urine.

7. Attività fisica. L’attività fisica quotidiana aiuta la movimentazione del calcio verso le ossa. Può essere realizzato anche con semplice camminate di passo veloce – o altre attività aerobiche – favoriscono l’attività osteoblastica, mantenendo le ossa in buona salute ed evitando la demineralizzazione delle stesse.

8. Analisi periodiche. Chi segue il protocollo deve sottoporsi periodicamente ad analisi periodiche che hanno principalmente due scopi: 1) capire lo stato della vitamina D nell’organismo, per arrivare alla dose corretta del paziente; 2) controllare che non si va incontro ai rischi che sono stati esposti prima, per le alte dosi. Questi controlli riguardano sangue, urina ed ossa e vanno ripetuti periodicamente. All’inizio del trattamento, con maggiore frequenza. man mano che si va avanti nel percorso e ci si è assicurati che l’organismo tollera e combatte bene i rischi di cui abbiamo parlato, i controlli possono essere meno frequenti.

Lista di medici in Italia formati dal Dr. Coimbra per attuare il suo protocollo

TOSCANA – LAZIO

SARDEGNA

EMILIA ROMAGNA – PIEMONTE

LOMBARDIA-VENETO-CALABRIA-PUGLIA

SICILIA

PIEMONTE

CALABRIA

EMILIA ROMAGNA

Effetti Collaterali

Questa terapia va fatta sotto controllo medico come abbiamo detto. Infatti possono manifestarsi degli effetti che solo il medico può controllare e risolvere, come: aumento del calcio dell’organismo (ipercalcemia e ipercalciuria con conseguenti calcificazioni dei tessuti molli e dei reni (dunque calcolosi) e rischi di insufficienza renali); osteopenia ed osteoporosi (decalcificazione delle ossa, perché il paratormone (PTH) è proprio la sostanza che si occupa di veicolare il calcio nelle diverse parti del nostro corpo, ossa comprese. ma nella terapia si deve mantenere il PTH molto basso che può creare situazioni di decalcificazione delle ossa stesse).

Quanto costa il Protocollo Coimbra?

Oltre al prezzo della visita dal medico, che è variabile a seconda del medico, il costo della cura è bassissimo. Il Dr Coimbra afferma: “Poiché la vitamina D è molto economica e corrisponde al 95% del trattamento, il costo mensile varia da 10€ a 30€ a seconda della dose giornaliera somministrata. Ciò contrasta con i 3.000-5.000 € al mese del costo dei trattamenti convenzionali. Inoltre, la vitamina D elimina il 100% di attività della malattia in quasi tutti i casi, mentre gli altri farmaci bloccano al massimo il 30%, secondo l’industria farmaceutica stessa.

Una testimonianza di successo per la sclerosi multipla


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